giovedì 27 febbraio 2014

Open data e mappe, l'esempio degli investimenti a Lugo

Poche rappresentazioni grafiche risultano di immediata comprensione quanto una mappa.

Le mappe consentono al nostro cervello di identificare in modo 'naturale' correlazioni tra il dato spaziale caratteristco dell' area rappresentata e il dato specifico che vi viene sovrapposto (facendo quello che si chiama un mashup). L'esempio più noto di questo tipo di meccanismo cognitivo è quello legato alla storia del Dottor Snow che scoprì la causa dell'epidemia di colera a Londra del 1854 grazie proprio ad una mappa della città a cui sovrappose i dati di diffusione del colera e la dislocazione delle pompe pubbliche di acqua.
Il risultato di questo mashup fu l'individuazione visuale chiara di un area ben definita in cui si concentravano i casi di colera , proprio intorno ad una fontana in Broad Street, prontamente disattivata.
La mappa del colera di John Snow
La visualizzazione di dati su mappe può quindi consentire di creare nuova conoscenza. Può essere un buon modo, per esempio, per creare più consapevolezza negli abitanti di una città a proposito delle caratterische del luogo dove vivono oltre che per creare servizi utili alla collettività (si veda per esempio http://mapumental.com/ che usa open data georeferenziati per aiutare a scegliere il luogo migliore dove andare a vivere per avere tempi di trasferimento casa-lavoro accettabili ).

Io ho scelto di rappresentare i dati del piano degli investimenti triennali del Comune di Lugo (già trattati in un precedente post) su una mappa del territorio, per capire dove si concentrano maggiormente le risorse.
Devo dire che il risultato delle georeferenziazione dei dati è parziale, in quanto non tutte le voci presenti nel file PDF fornito dal Comune sono facilmente 'mappabili' sul territorio (per esempio la macrovoce di investimento in generiche nuove rotonde o nuovo arredo urbano non sono piazzabili su una mappa univocamente...), di conseguenza la mappa non è completa,quindi se il dato che il comune offre  Comune fosse già georeferenziato sarebbe certo meglio :). In ogni caso comunque la maggior parte degli investimenti è rappresentata, quindi l'informazione che se ne ricava è comunque interesante.

Nella mappa (che si può zoomare) sono rappresentati gli investimenti con delle bolle (cliccabili per maggiorni info) di grandezza proporzionale all'ammontare in euro di ciascun investimento. Si nota evidentemente che il centro città , più densamente popolato e dove si concentrano i servizi, è anche il luogo dove si concentrano maggiormente gli investimenti. Si nota anche che l'area di Voltana è interessata da bolle molto grandi che rappresentano gli investimenti nella rete viaria locale.
Come detto la mappa rappresenta gli investimenti 2013-2015. Se essa contenesse anche il dato storico si potrebbero fare considerazioni molto interessanti per esempio per vedere  la correlazione del valore storico degli immobili di una certa area e la quantità di denaro investito dal Comune in tale area. O ancora si capirebbe come sono mutate nel tempo le politiche dell'amministrazione rispetto alle infrastrutture.


domenica 23 febbraio 2014

Il variegato mondo degli opendatari a Bologna per ODD14



Ieri in occasione dell'International Open Data Day ci si è trovati a Bologna per parlare di open data. E' stato un incontro interessante e ricco di spunti, dal quale mi sembra ci si sia congedati con molta conoscenza in più. Un accrescimento di conoscenza che è una diretta conseguenza, come faceva notare l'organizzatore Andrea Nelson Mauro, della varietà di figure che ruotano intorno al fenomeno dei dati aperti. In attesa che gli open data possano divenire veramente una infrastruttura di innovazione economica e sociale essi già costituiscono un mezzo di contaminazione di competenze e conoscenze. All'incontro di ieri c'erano civil servants che parlavano di ontologie, informatici che si interrogavano sul diritto amministrativo, giuristi che approcciavano database, giornalisti alle prese con dataset, attivisti civici e sociali che mostrvano geodati. Ecco allora una breve sintesi,seguendo il programma della giornata, dello scambio di conoscenza che abbiamo potuto mettere in pratica ieri.


Open Data: Benvenuti in Romagna 
In apertura ho presentato una fotografia della diffusione degli open data in Romagna partendo dal 'censimento' delle iniziative delle singole amministrazioni comunali romagnole e facendone una mappa , che spero a breve si potrà ulteriormente colorare di verde ma aumentano anche la qualità di quanto già fatto :

open data in romagna 2014
A seguire Paola Palmieri , responsabile dei sistemi informativi del Comune di Ravenna ha ufficialmente presentato in anteprima per l'Open Data Day il neonato portale open data di Ravenna e il concorso di idee per valorizzare i dati finora pubblicati. Il lavoro fatto da Ravenna sui dati aperti merita una menzione di merito anche e soprattutto perchè è il frutto di un percorso partecipato, che auspico non si fermi qui, che ha coinvolto cittadini , imprese e civic hackers confrontatisi per realizzare insieme l'agenda digitale cittadina.

Sempre sull'esperienza ravennate Michele Martoni del CIRSFID ha approfondito il processo di liberazione dei dati compiuto dal Comune disegnando in modo assai efficace i passi che a mio avviso potrebbero diventare uno standard da prendere a riferimento per tutte le ammnistrazioni che intendano fare open data. 

In ultimo Guido Sitta di Geographics è entrato nel dettaglio tecnologico dei geodati aperti di Ravenna e delle problematiche che sorgono nel trattare dati geografici del secondo comune più esteso d'Italia.


Open Data nei piccoli comuni: il caso di Anzola
Patrizia Saggini responsabile innovazione del Comune di Anzola (BO) ci ha mostrato come anche in un Comune di poche migliaia di abitanti e con budget limitato si possa fare open data. Questo grazie alla volontà di innovare che dovrebbe spingere ogni funzionario pubblico ad aprirsi al mondo della tecnologia e alle reti sociali per cogliere tutte le opportunità di miglioramento e di contaminazione di cui la PA ha bisogno.

Aziende Women Friendly: una questione (e un questionario) di genere
Linda Serra e Pina Agozzino hanno presentano un'iniziativa di raccolta di dati che possa offrire una visione delle aziende women friendly sul territorio , all'interno di un progetto (Work Wide Women) che intende creare una rete sociale di donne escluse dal mondo del lavoro ma che possano scambiarsi competenze,accrescere skills, e cogliere opportunità di reinserimento. In bocca al lupo!

Open data ambientali
Susanna Ferrari  ci ha parlato dell'esperienza del Comune di Reggio Emilia in tema di accountability ambientale veicolata da dati aperti. Il progetto della città emiliana, che è un punto di riferimento su questo tema, intende aprire quei dati che consentono alla collettività di capire gli impatti ambientali delle politiche delle amministrazioni su  gestione dei rifiuti, difesa del verde urbano, mobilità, utilizzo del suolo pubblico, risorse energetiche. Credo che questi siano temi che diverranno sempre più cruciali nell'amministrazione di una città e che necessitino di una apertura sempre più ampia delle informazioni , per arrivare ad uno standard aperto di Bilancio Ambientale.

Il progetto Carta Geografica Unica della Provincia di Ferrara
Paola Rossi di ANCI Emilia Romagna ha introdotto il progetto della CGU della Provincia di Ferrara, una cartografia completa e molto ricca di layer che copre l'intero territorio provinciale. 

Che succede a Bologna
Pina Civitella ICT manager area applicativa del Comune e Michele D'Alena digital communication strategist del Comune ci hanno raccontato le novità in programma a Bologna a  partire dal raduno Spaghetti Open Data (28, 29, 30 marzo 2014). In particolare hanno disegnato i prossimi passi della strategia del Comune di Bologna che , avendo ormai una solida presenza di dataset sul proprio portale open data, intende avviare un processo di coprogettazione con attivisti civici e cittadinanza per valorizzare ulteriormente il patrimonio informativo reso disponibile. 

Un dataset del dopoguerra
Mara Cinquepalmi  giornalista e attivista open data ci ha mostrato come da un set di dati d'antan (scritti a macchina su carta...) del 1946  può nascere un progetto a metà strada tra il reportage, la ricerca d'archivio e il datajournalism. Via del mare racconta è un esempio di story telling che usa gli strumenti di oggi per capire meglio la storia di ieri.

Regione Emilia-Romagna: HOMER, “Hack4MED”
Marcello Crosara Regione Emilia-Romagna ci ha presentato l’hackathon Hack4MED che sarà organizzato il 17 maggio a Venezia nell’ambito del progetto comunitario HOMER (Harmonising Open data in the Mediterranean). Una maratona di hacking sui dati aperti della pubblica amministrazione organizzata dalla Regione Veneto e supportata anche dalla Regione Emilia-Romagna. Penso che l'incentivazione di queste occasioni di hacking, anche a scapito di qualche evento  puramente 'convegnistico', sia la strada da percorrere se si vuole valorizzare il patrimonio informativo pubblico.

Linked open data per i beni culturali
Alessandro Zucchini  direttore Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna , ci ha presentato il progetto di apertura dei dati archivistici  e dei beni culturali e naturalistici che ha avviato la Regione. In particolare il progetto ReLoad intende creare un linguaggio ed una ontologia comune al più grande numero possible di archivi nazionali per favorire l'interoperabilità e l'aggregazione delle risorse basandosi sulle tecnologie del web semantico.