domenica 23 febbraio 2014

Il variegato mondo degli opendatari a Bologna per ODD14



Ieri in occasione dell'International Open Data Day ci si è trovati a Bologna per parlare di open data. E' stato un incontro interessante e ricco di spunti, dal quale mi sembra ci si sia congedati con molta conoscenza in più. Un accrescimento di conoscenza che è una diretta conseguenza, come faceva notare l'organizzatore Andrea Nelson Mauro, della varietà di figure che ruotano intorno al fenomeno dei dati aperti. In attesa che gli open data possano divenire veramente una infrastruttura di innovazione economica e sociale essi già costituiscono un mezzo di contaminazione di competenze e conoscenze. All'incontro di ieri c'erano civil servants che parlavano di ontologie, informatici che si interrogavano sul diritto amministrativo, giuristi che approcciavano database, giornalisti alle prese con dataset, attivisti civici e sociali che mostrvano geodati. Ecco allora una breve sintesi,seguendo il programma della giornata, dello scambio di conoscenza che abbiamo potuto mettere in pratica ieri.


Open Data: Benvenuti in Romagna 
In apertura ho presentato una fotografia della diffusione degli open data in Romagna partendo dal 'censimento' delle iniziative delle singole amministrazioni comunali romagnole e facendone una mappa , che spero a breve si potrà ulteriormente colorare di verde ma aumentano anche la qualità di quanto già fatto :

open data in romagna 2014
A seguire Paola Palmieri , responsabile dei sistemi informativi del Comune di Ravenna ha ufficialmente presentato in anteprima per l'Open Data Day il neonato portale open data di Ravenna e il concorso di idee per valorizzare i dati finora pubblicati. Il lavoro fatto da Ravenna sui dati aperti merita una menzione di merito anche e soprattutto perchè è il frutto di un percorso partecipato, che auspico non si fermi qui, che ha coinvolto cittadini , imprese e civic hackers confrontatisi per realizzare insieme l'agenda digitale cittadina.

Sempre sull'esperienza ravennate Michele Martoni del CIRSFID ha approfondito il processo di liberazione dei dati compiuto dal Comune disegnando in modo assai efficace i passi che a mio avviso potrebbero diventare uno standard da prendere a riferimento per tutte le ammnistrazioni che intendano fare open data. 

In ultimo Guido Sitta di Geographics è entrato nel dettaglio tecnologico dei geodati aperti di Ravenna e delle problematiche che sorgono nel trattare dati geografici del secondo comune più esteso d'Italia.


Open Data nei piccoli comuni: il caso di Anzola
Patrizia Saggini responsabile innovazione del Comune di Anzola (BO) ci ha mostrato come anche in un Comune di poche migliaia di abitanti e con budget limitato si possa fare open data. Questo grazie alla volontà di innovare che dovrebbe spingere ogni funzionario pubblico ad aprirsi al mondo della tecnologia e alle reti sociali per cogliere tutte le opportunità di miglioramento e di contaminazione di cui la PA ha bisogno.

Aziende Women Friendly: una questione (e un questionario) di genere
Linda Serra e Pina Agozzino hanno presentano un'iniziativa di raccolta di dati che possa offrire una visione delle aziende women friendly sul territorio , all'interno di un progetto (Work Wide Women) che intende creare una rete sociale di donne escluse dal mondo del lavoro ma che possano scambiarsi competenze,accrescere skills, e cogliere opportunità di reinserimento. In bocca al lupo!

Open data ambientali
Susanna Ferrari  ci ha parlato dell'esperienza del Comune di Reggio Emilia in tema di accountability ambientale veicolata da dati aperti. Il progetto della città emiliana, che è un punto di riferimento su questo tema, intende aprire quei dati che consentono alla collettività di capire gli impatti ambientali delle politiche delle amministrazioni su  gestione dei rifiuti, difesa del verde urbano, mobilità, utilizzo del suolo pubblico, risorse energetiche. Credo che questi siano temi che diverranno sempre più cruciali nell'amministrazione di una città e che necessitino di una apertura sempre più ampia delle informazioni , per arrivare ad uno standard aperto di Bilancio Ambientale.

Il progetto Carta Geografica Unica della Provincia di Ferrara
Paola Rossi di ANCI Emilia Romagna ha introdotto il progetto della CGU della Provincia di Ferrara, una cartografia completa e molto ricca di layer che copre l'intero territorio provinciale. 

Che succede a Bologna
Pina Civitella ICT manager area applicativa del Comune e Michele D'Alena digital communication strategist del Comune ci hanno raccontato le novità in programma a Bologna a  partire dal raduno Spaghetti Open Data (28, 29, 30 marzo 2014). In particolare hanno disegnato i prossimi passi della strategia del Comune di Bologna che , avendo ormai una solida presenza di dataset sul proprio portale open data, intende avviare un processo di coprogettazione con attivisti civici e cittadinanza per valorizzare ulteriormente il patrimonio informativo reso disponibile. 

Un dataset del dopoguerra
Mara Cinquepalmi  giornalista e attivista open data ci ha mostrato come da un set di dati d'antan (scritti a macchina su carta...) del 1946  può nascere un progetto a metà strada tra il reportage, la ricerca d'archivio e il datajournalism. Via del mare racconta è un esempio di story telling che usa gli strumenti di oggi per capire meglio la storia di ieri.

Regione Emilia-Romagna: HOMER, “Hack4MED”
Marcello Crosara Regione Emilia-Romagna ci ha presentato l’hackathon Hack4MED che sarà organizzato il 17 maggio a Venezia nell’ambito del progetto comunitario HOMER (Harmonising Open data in the Mediterranean). Una maratona di hacking sui dati aperti della pubblica amministrazione organizzata dalla Regione Veneto e supportata anche dalla Regione Emilia-Romagna. Penso che l'incentivazione di queste occasioni di hacking, anche a scapito di qualche evento  puramente 'convegnistico', sia la strada da percorrere se si vuole valorizzare il patrimonio informativo pubblico.

Linked open data per i beni culturali
Alessandro Zucchini  direttore Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna , ci ha presentato il progetto di apertura dei dati archivistici  e dei beni culturali e naturalistici che ha avviato la Regione. In particolare il progetto ReLoad intende creare un linguaggio ed una ontologia comune al più grande numero possible di archivi nazionali per favorire l'interoperabilità e l'aggregazione delle risorse basandosi sulle tecnologie del web semantico.

mercoledì 12 febbraio 2014

Un tutorial per l'installazione di CKAN

Il lavoro che potete vedere in questo post è nato dalla collaborazione con http://lavorocoidati.blogspot.it (che ha fatto il grosso :) ).
I bisogni fondamentali per una comunità che vuol fare opendata sono senza dubbio quello di potere condividere i dati, dal punto di vista del produttore, e quello di avere a disposizione i dati, dal punto di vista del consumatore, a prescindere dal fatto che produttore e consumatore potrebbero essere anche lo stesso soggetto.

La risposta tecnologica a questi bisogni sono i Data Portal ovvero ambienti condivisi ove sia possibile: 
  • pubblicare Datasets in diversi formati e con appropriate licenze d'uso.
  • organizzarli per tematica, territorialità, ente produttore, etc.
  • ricercarli per tematica, territorialità, ente produttore, parole chiave, etc.
  • visualizzarli con gli strumenti del portale.
  • utilizzare i dati direttamente (mediante download o API per sviluppatori), manipolarli e renderli disponibili in altre forme (ovviamente senza un'alterazione dell'origine).
Nella comunità open source CKAN è attualmente tra i principali Data Portal di riferimento e si descrive da sè nel sottotitolo che riporto qui sotto.
"CKAN is a powerful data management system that makes data accessible – by providing tools to streamline publishing, sharing, finding and using data. CKAN is aimed at data publishers (national and regional governments, companies and organizations) wanting to make their data open and available."
CKAN è attualmente utilizzato come portale open data di numerosi governi tra i quali USA (http://www.data.gov/), UK (http://data.gov.uk/), Brasile (http://dados.gov.br/), Germania (https://www.govdata.de/) ,Italia (http://www.dati.gov.it) e amministrazioni locali come ad esempio Berlino (http://daten.berlin.de/), Helsinki (http://www.hri.fi/fi/), Trentino (http://dati.trentino.it/), Roma (http://www.opendata.provincia.roma.it/).
Abbiamo quindi pensato fosse utile e stimolante creare una istanza di CKAN (accessibile qui : http://www.ingmazzotti.it:5000/) e pubblicare un tutorial in italiano per la sua installazione su ambiente non Linux (CentOS 6.5 per la precisione).

sabato 1 febbraio 2014

Perchè anche la Bassa Romagna dovrebbe aprire i dati e dotarsi di una Agenda Digitale

L'ultimo rapporto Eurostat sull'utilizzo delle tecnologie ICT in Europa disegna un quadro alquanto sconfortante per l'Italia.  Il rapporto intende fotografare la diffusione in diversi ambiti (privati, imprese , PA) dell'uso dei mezzi di comunicazione tecnologici.

Gli indicatori presenti nel rapporto sono molti e tutti più o meno impietosi per l'Italia, un paese dove le conoscenze informatiche , l'uso di internet, l'utilizzo di servizi web crescono a ritmi più lenti rispetto agli altri paesi europei e si attestano su percentuali da serie B.
Mi viene il sospetto che ci sia una correlazione causale tra questi dati sconfortanti e il fatto che l'Italia sia l'unico paese 'importante' europeo ancora in recessione...

I dataset del rapporto sono tutti open (anche se la licenza sul singolo dataset non è chiara, presumo CC-BY) e qundi ho potuto creare una rappresentazione utlizzando ad esempio l'indicatore della percentuale di uso del web per interfacciarsi con la pubblica amministrazione :








Come si nota l'Italia si piazza in fondo alla classifica di questo come di altri indicatori simili e questa è sicuramente una delle cause della scarsa competitività del nostro sisterma.
A mio avviso serve dunque una volontà forte di cambiamento se si desidera invertitre la tendenza e scalare la classifica per affrontare il futuro più serenamente. Questo deve essere fatto a partire dai territori perchè nessuno dall'alto può fornire ricette giuste in questo ambito ancora 'sperimentale'; gli amministratori devono prendere coscienza del lavoro necessario e dare impulso ad un cambiamento di mentalità che passa senza dubbio attraverso il confronto coi cittadini, mettendo in conto inevitabili fallimenti ma tenendo sempre il punto sugli obiettivi.
La Bassa Romagna è un territorio ancora relativamente 'sano' e per questo a mio avviso può intraprendere un percorso in questo senso prima che le situazioni 'emergenziali' abbiano il sopravvento.
Ecco alcuni dei motivi per i quali penso che il nostro territorio dovrebbe intraprendere un percorso di apertura dei dati e di programmazione di una Agenda Digitale (anche se il termine comincia un po' ad annoiarmi...) :
  • L'economia della conoscenza avrà un ruolo sempre più predominante e i dati sono i mattoni fondamentali di ogni conoscenza. Un territorio che non espone i propri dati non può attrarre questo tipo di economia.
  • La predisposizione di una Agenda Digitale può essere un momento importate per rianalizzare la vocazione del territorio.
  • E' presumibile che nel nostro territorio ci saranno sempre più bisogni e sempre meno risorse. Quindi se si vuole mantenere un livello accettabile dei servizi occorre affidarsi anche alle nuove tecnologie per recuperare efficienza.
  • Per governare bene un territorio bisogna conoscerlo bene. La mole di dati prodotta dalla PA è il fondamento di questa conoscenza. Occorre raccoglierli, aprirli al dibattito, analizzarli insieme ai cittadini.
  • Una Unione dei Comuni è per definizione una 'federazione' di entità. Le nuove tecnologie possono essere utili per tenere insieme queste entità e garantire comuque servizi efficaci .

Mi aiuto infine con la retorica di Barack Obama per fare passare un messaggio che condivido pienamente :