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sabato 1 febbraio 2014

Perchè anche la Bassa Romagna dovrebbe aprire i dati e dotarsi di una Agenda Digitale

L'ultimo rapporto Eurostat sull'utilizzo delle tecnologie ICT in Europa disegna un quadro alquanto sconfortante per l'Italia.  Il rapporto intende fotografare la diffusione in diversi ambiti (privati, imprese , PA) dell'uso dei mezzi di comunicazione tecnologici.

Gli indicatori presenti nel rapporto sono molti e tutti più o meno impietosi per l'Italia, un paese dove le conoscenze informatiche , l'uso di internet, l'utilizzo di servizi web crescono a ritmi più lenti rispetto agli altri paesi europei e si attestano su percentuali da serie B.
Mi viene il sospetto che ci sia una correlazione causale tra questi dati sconfortanti e il fatto che l'Italia sia l'unico paese 'importante' europeo ancora in recessione...

I dataset del rapporto sono tutti open (anche se la licenza sul singolo dataset non è chiara, presumo CC-BY) e qundi ho potuto creare una rappresentazione utlizzando ad esempio l'indicatore della percentuale di uso del web per interfacciarsi con la pubblica amministrazione :








Come si nota l'Italia si piazza in fondo alla classifica di questo come di altri indicatori simili e questa è sicuramente una delle cause della scarsa competitività del nostro sisterma.
A mio avviso serve dunque una volontà forte di cambiamento se si desidera invertitre la tendenza e scalare la classifica per affrontare il futuro più serenamente. Questo deve essere fatto a partire dai territori perchè nessuno dall'alto può fornire ricette giuste in questo ambito ancora 'sperimentale'; gli amministratori devono prendere coscienza del lavoro necessario e dare impulso ad un cambiamento di mentalità che passa senza dubbio attraverso il confronto coi cittadini, mettendo in conto inevitabili fallimenti ma tenendo sempre il punto sugli obiettivi.
La Bassa Romagna è un territorio ancora relativamente 'sano' e per questo a mio avviso può intraprendere un percorso in questo senso prima che le situazioni 'emergenziali' abbiano il sopravvento.
Ecco alcuni dei motivi per i quali penso che il nostro territorio dovrebbe intraprendere un percorso di apertura dei dati e di programmazione di una Agenda Digitale (anche se il termine comincia un po' ad annoiarmi...) :
  • L'economia della conoscenza avrà un ruolo sempre più predominante e i dati sono i mattoni fondamentali di ogni conoscenza. Un territorio che non espone i propri dati non può attrarre questo tipo di economia.
  • La predisposizione di una Agenda Digitale può essere un momento importate per rianalizzare la vocazione del territorio.
  • E' presumibile che nel nostro territorio ci saranno sempre più bisogni e sempre meno risorse. Quindi se si vuole mantenere un livello accettabile dei servizi occorre affidarsi anche alle nuove tecnologie per recuperare efficienza.
  • Per governare bene un territorio bisogna conoscerlo bene. La mole di dati prodotta dalla PA è il fondamento di questa conoscenza. Occorre raccoglierli, aprirli al dibattito, analizzarli insieme ai cittadini.
  • Una Unione dei Comuni è per definizione una 'federazione' di entità. Le nuove tecnologie possono essere utili per tenere insieme queste entità e garantire comuque servizi efficaci .

Mi aiuto infine con la retorica di Barack Obama per fare passare un messaggio che condivido pienamente :

venerdì 3 gennaio 2014

Quanto spende il Comune per ogni abitante?

Avere i dati in formato aperto consente di ragionare ed estrarre informazioni in modo immediato.
Per esempio si riesce a confrontare in modo visuale la spesa che ogni Comune sostiene per ciascuno dei suoi abitanti in un anno. Io mi sono divertito a fare questo confronto con i Comuni di Ravenna e Forli, prendendo i dati dai PDF di bilancio 2013 pubblicati sui rispettivi siti (Ravenna , Forli).

Il grafico è diviso in 2 parti, nella prima vi è la spesa procapite totale, nella seconda vi è la spesa procapite totale per servizio.
Il Comune di Ravenna nel 2013 ha speso poco meno di 1550 Euro per ogni cittadino mentre Forlì ha speso circa 1320 Euro.
Analizziamo più in dettaglio la spesa totale per ogni abitante :
  • La parte blu,quella preponderante, sono le 'spese correnti' cioè le spese per il funzionamento quotidiano dei servizi che il comune eroga. Per Ravenna sono circa un 15% in più che per Forlì. Le spese correnti sono costituite per la maggior parte da spese per il personale per per l'acquisto di beni/servizi.
  • La parte arancio sono le 'spese in conto capitale' cioè gli investimenti che il Comune fa per migliorare i servizi e il patrimonio. Sono circa alla pari per le 2 città. In ogni caso si nota che gli investimenti sono circa un decimo rispetto alle spese correnti.
  • La parte verde sono le spese per il rimborso di prestiti che il Comune ha chiesto nel corso degli anni. Ravenna spende molto di più di Forlì.
  • La parte rossa sono 'spese per servizio per conto terzi' , sono dei movimenti monetari che non influiscono sull’attività economica dell’ente, hanno una uguale contropartita in entrata.

Verificando la spesa di dettaglio per i servizi si nota che sia per Ravenna che per Forlì i servizi più costosi sono la gestione finanziaria (debiti dell'ente) e la gestione dei rifiuti, poi la spesa per il welfare, la viabilità , l'istruzione.
Si possono cliccare le varie parti del grafico a barre  'Spesa totale procapite 2013' per vedere come esse sono composte in 'servizi' nel grafico inferiore (si può anche fare una selezione multipla tenendo premuto CTRL e cliccando). In questo modo per esempio si può verificare su quali servizi si concentrano gli investimenti delle due città (basta cliccare la parte arancio del grafico superiore).

Per chi vuole approfondire l'argomento del confronto dei bilanci comunali c'è un interessante documento scaricabile dal sito della ragioneria dello Stato.